Ascolto poetico è un atto creativo collettivo che parte dalla presenza e dall’ascolto per arrivare ad una restituzione poetica di ciò che viene condiviso. Lo spazio scenico, conservato nella sua sacralità, viene svuotato per accogliere ciò che emerge semplicemente dal vivere questa esperienza.
Protagonisti:
• Una struttura vuota, che accoglie, senza giudizio, i contenuti interiori che ci rendono esseri umani, uno spazio protetto in cui lasciar fluire la nostra realtà.
• Un narratore, che condivide, nel momento presente, un pensiero, un'urgenza, un ricordo, un'emozione e offre, attraverso il racconto, la materia prima per la successiva creazione artistica.
• Quattro attori, che ascoltano, sostengono con lo sguardo, restano in empatia e improvvisano una restituzione poetica ognuno col proprio linguaggio espressivo, il corpo, la parola, anche il silenzio. Il loro ruolo è quello di rendere visibile l'invisibile poesia nascosta nella realtà, di farsi tramite di un ascolto collettivo.
• Gli spettatori che disposti in cerchio intorno alla struttura indossano i panni del testimone che rispetta e risuona con quanto osserva.
Con questa esperienza si vuole stimolare la scoperta del potere di creazione e trasformazione collettiva. Attori e spettatori non sono più separati, ma collaborano, all’interno dello stesso spazio condiviso.
Un progetto pensato e realizzato con gli amici di Zera
Gli spettacoli di improvvisazione teatrale che facciamo sono principalmente realizzati nella modalità "Longform", cioè un'unica storia messa in scena a partire dagli spunti forniti dal pubblico. E' la modalità che ci appassiona di più perché consente di creare personaggi tridimensionali e di lavorare sulle relazioni dei personaggi in scena. Collaboriamo con un'altra compagnia fiorentina, "I Menchi" e con la compagnia "Theatro" di Cesena.
E all'improvviso, in una città caotica e incapace di ascoltare, accade qualcosa che costringe cinque personaggi molto diversi tra loro a rimanere insieme. Ognuno di loro ha un vissuto che lo ha portato a essere scorbutico, disillusa, impaurita, sognatrice o estraniato dal mondo. Eppure esiste un'opportunità, il luogo in cui si ritrovano è una bottega che offre l'occasione di cambiare qualcosa, di immaginare che una città diversa è possibile. Lo spettacolo nasce da una sperimentazione di improvvisazione teatrale e scrittura collettiva che ha coinvolto un gruppo di attori provenienti da storie e linguaggi espressivi diversi. L'intersezione di parole, suggestioni e training teatrali ispirati a "Le città invisibili" di Calvino è culminata in questo testo che di Calvino conserva l'atmosfera onirica e surreale. Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta l'11 maggio 2024 presso il Renny Club di Firenze