Per riconnettere l’uomo con il lavoro
Sono trascorsi vent’anni dal mio primo giorno da lavoratore dipendente in un’azienda. Non so se sono pochi o tanti, sicuramente sufficienti per poter osservare da una prospettiva più ampia tutto il periodo.
Un aspetto è preponderante sugli altri ed è uno dei motivi principali per cui ho scelto di fare il salto da quel mondo a quello del teatro e della formazione: la separazione tra il lavoro e l’umanità delle persone.
È stato un crescendo, una progressione catastrofica in direzione dell’indifferenza verso il lato umano. Si parla di efficienza, di “pezzi” da lavorare, di produttività; si abusa di numeri, medie, calcoli. Se ci pensiamo bene si tratta di terminologie adatte a macchinari e attrezzature, non a uomini e donne.
Per accorgersene basterebbe prendersi un attimo di sosta, un respiro un po’più lungo ma anche questo sembra un’utopia in un mondo affannato verso non si sa bene quale risultato.
Cosa si può fare per riportare al centro dell’attenzione l’umanità delle persone che lavorano? Uno degli strumenti più utili è il Teatro d’Impresa. Non si tratta di una novità in realtà, dal momento che può vantare già trentotto anni di vita a livello internazionale e circa venticinque in Italia.
Portare il teatro nell’ambito della proposta formativa all’interno di una realtà aziendale è nato con lo scopo di sviluppare sempre di più le competenze relazionali e comunicative perché solo tramite un’intelligenza emotiva ampliata le persone possono migliorare anche le loro prestazioni a livello lavorativo. Inoltre uno dei vantaggi maggiori è rappresentato dal fatto che si tratta di una formazione esperienziale, attiva. Mettere in pratica, agire, ha una valenza molto più forte che ascoltare solamente una teoria.
Dunque, cos’altro si può aggiungere?
Ritengo che ci sia un aspetto sul quale è possibile agire ed è il nucleo della proposta formativa di PossodopoPosso.
Nella maggior parte dei casi la proposta formativa del Teatro d’Impresa mira a evidenziare aspetti non funzionanti dell’organizzazione aziendale, schemi, comportamenti non più efficienti oppure ha una finalità di marketing per prodotti o servizi o ancora si concentra su specifiche esigenze come il teambuilding o il problem solving.
Credo che la finalità principale del Teatro d’Impresa sia quella di far emergere le “persone” con i loro aspetti, caratteristiche, potenzialità e blocchi in modo da farle crescere come uomini e donne, rendendoli più consapevoli di sé stessi, più sicuri e confidenti dei loro talenti; in questo modo sono le persone stesse a contribuire a rendere il luogo di lavoro un posto capace di alimentare questo meccanismo virtuoso.
Si fa del nostro meglio solo se viviamo e lavoriamo in ambienti che consentono lo sviluppo personale e lo promuovono attraverso la scoperta di sé, la sperimentazione, l’accettazione del “fallimento”, la fiducia nelle proprie idee e l’accoglimento di quelle degli altri.
Perciò PossodopoPosso propone un Teatro d’Impresa nel quale si utilizzano le tecniche teatrali dell’improvvisazione che più di qualsiasi altre lavorano con efficacia su queste tematiche. Riportiamo in primo piano la persona con la sua umanità all’interno dei luoghi di lavoro.
Il nostro obiettivo è quello di contribuire, col Teatro d’Impresa, a rendere il lavoro una reale espressione della nostra essenza.