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La mia voce

La mia voce ha sempre giocato a rimpiattino con me. Si è nascosta, spesso è sparita in qualche meandro del corpo, complici misteriose raucedini giovanili: puntualissime e perfide me la sottraevano proprio quando avrei dovuto tirarla fuori per dire “Eccomi qua, questa sono io!”

La mia voce mi ha sempre cantato dentro, tantissimi suoni, tantissime melodie che sento fluide, rotonde e calde nel mio orecchio interno, poi, niente, quando si trattava di esprimerle lei si assottigliava in un filo metallico e sfibrato ai margini e il mio canto liberatorio diventava un filo di aria incerta, ben educato sì, intonato sì, ma così…costipato!

E dire che io con la voce ci ho sempre “lavorato”, come fanno gli insegnanti, gli attori, i comunicatori. E avevo un bel sapere di come si usava il diaframma, l’impostazione e la tecnica vocale. Più io la “gestivo” più lei si rimpiattava, fino a diventare sabbia riarsa che sfrigola invece che suonare. L’anima mi usciva opaca, io che dentro avevo colori psichedelici da esplodere fuori! Certo la voce si cura, si riabilita: con i giusti esercizi e con la dovuta pazienza si impara a respirare, a fare le giuste pause, ad allenare adduzione delle corde vocali perché restino toniche. E così ho fatto.

Ma la vera svolta è arrivata quando ho imparato a dare ascolto a quella strozzatura, alla nota stonata e alla sfiatatura, al compito mal eseguito, al rumore e al tremolio. Lei, la voce, mi stava dicendo qualcosa. “Fammi dire cose autentiche! Fammi cantare le tue note! Queste in cui mi vuoi costringere a tutti i costi non sono te! Libera la tua essenza!” Aveva ragione! Non era la mia voce quella che mandavo in giro nel mondo a rappresentarmi, non quelle parole, non quei gesti. Non ero io.

Ipocrita? No, del tutto inconsapevole di essere un uccello finito per sbaglio o per fiaba nello stormo sbagliato. E ciò che giudicavo brutto e goffo e mal riuscito era solo il mio disperato tentativo di imitare la voce degli altri, invece che liberare e innamorarmi della mia. Quel ponte luminoso tra corpo e anima che rivela a noi stessi e ci rende unici. Esplorare la propria voce nuda è uno dei viaggi più emozionanti che si possano compiere è scoprirsi infiniti e connessi all’Universo ma, nello stesso tempo, è innamorarsi della versione più vera di sé stessi. E non finisce mai, anzi porta sempre più in là.

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